
Da bambina portavo i capelli lunghi. Una volta mia madre decise di tagliarli corti, non saprei dire quanti anni avessi, forse 7 anni. Ricordo perfettamente che incontrammo un simpatico signore che fece i complimenti a mia madre per il bel bambino… e io ci rimasi così male che non me li feci tagliare mai più.
Sono cresciuta con i boccoli biondo cenere. Mi facevo il solletico ondeggiando i capelli sulla schiena. Per me erano un segno della mia femminilità. Lo avevo imparato da mia madre che portava i capelli lunghi, da mia zia Adele che da sempre portava capelli lunghi e smalto rosso alle unghie, dalle mie bambole, tutte con i capelli lunghi.
Li ho portati lunghi fino ai miei 29 anni e li ho amati, ma tagliarli fu come una liberazione.


Avevo imparato a liberarmi di cliché e convenzioni inutili. Avevo imparato ad accettare i miei difetti, cercando nella solitudine la mia identità e finalmente potevo scoprirmi, rivelandomi senza incertezze. Con quel taglio mi sono alleggerita di tante cose, ho colto l’essenziale che mi emoziona ogni giorno e ho scelto di scoprire il collo lungo, di volare leggera verso tutto quello che mi accende la vita.
Ho imparato da adulta che la femminilità non è chiusa in un boccolo, ma nella forma che mi fa essere donna, in ciò che mi fa stare bene.
Adoro i miei capelli corti e li trovo davvero femminili. Lontana da tutte le suggestioni di bambina ho imparato la bellezza di potermi esprimere senza paura di essere giudicata o di non essere capita.
Eppure mia madre negli ultimi anni, quando li tagliavo mi diceva con aria quasi di rimprovero – “Io non ho fatto un maschietto!”- ma lei non era più se stessa, io ho imparato ad incassare sempre lo stesso commento, ricordando quando lei stessa adorava vedermi con i capelli corti.
Io posso scegliere ogni giorno, sono una donna fortunata, vivo nell’emisfero libero del pianeta e dopo avere attraversato i limiti umani che siamo capaci di auto imporci, ho goduto della libertà vera.
Ci sono molte altre conquiste di libertà che attendo, perché vivo sempre in Italia, in Sicilia, a Palermo, ma non posso negare che ho tante fortune di fronte ad un mondo dove le donne subiscono violenze, abusi, soprusi. Donne che non possono mostrare nulla di ciò che sono e devono stare attente a non sbagliare.


La libertà che diamo per scontato per altri è una conquista. Alcune vicende sembrano talmente lontane da noi da essere racconti di orrore, facciamo fatica ad immaginare siano vere, non è possibile accada in questo mondo, invece si, è una realtà cruda da digerire per chi, come me, ama esprimere la propria libertà e la propria identità e si scontra con un mondo che priva tutto.
Questo sciocco racconto sui miei capelli è dedicato alle donne che vivono in Iran, agli scontri, alle vicende difficili persino da comprendere che stanno accadendo dopo la morte di Mahsa Amini.
Io posso scegliere ogni giorno chi sono, vivo libera da ogni vincolo, ma non voglio dimenticare che la mia libertà semplice, è una lotta per altre donne come me, che sono nate davanti a un diverso tramonto.
A loro va il nostro sostegno, anche solo nel ricordare ogni giorno che scegliamo di mostrare chi siamo attraverso le nostre scelte, che questo è un assurdo sogno per chi può soltanto adeguarsi o lottare per i propri diritti primari.